La trasgressione è utile?

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Quando ero piccolo, e la cosa corre molto indietro nel tempo, era uso che i maestri, in loro assenza, chiedessero ad un ragazzo di scrivere alla lavagna i buoni e i cattivi. Ho sempre vissuto questa modalità con un certo disagio, soprattutto quando ad avere il gesso in mano ero io. Può darsi che vi fossero buone motivazioni, a me viene in mente: responsabilizzare un ragazzo. Però mi viene anche di pensare ad una sorta di delega. La delega comporta inevitabilmente il mettere un ragazzo in una posizione che non è naturalmente la sua, viene adultizzato. Credo che il disagio che provavo e che contrastava con il sentimento di sentirsi “potente” per l’investitura ottenuta, era dato dalla inconsapevole percezione di trovarsi addosso una giacca non riconosciuta come propria, una giacca che ti escludeva dal gruppo dei pari. Ti faceva diventare un piccolo maestro. Credo che questo sia il presupposto della peer education e per questo faccio fatica a vedere i decantati benefici di questo metodo. I ragazzi si condizionano, nel bene e nel male, da soli. Se ricevono una investitura dagli adulti per svolgere questo ruolo, che naturalmente e fiosiologicamente finiscono per indossare da soli, subiscono una “violenza” inevitabile perchè è l’adulto che seleziona e quindi stabilisce chi avrà il ruolo di peer educator. L’adulto, genitore o insegnante che sia, che nella complessità della nostra società fa molta fatica a svolgere un ruolo educativo e normativo, ha trovato la sua soluzione: delegare il primario suo compito al ragazzo. Non sapendo come fare ad educare i ragazzi, delega un ragazzo a farlo al suo posto, ovviamente dopo che gli ha “insegnato” come fare. Siamo figli del ’68. Abbiamo voluto abbattere le regole all’insegna di “vietato vietare” ma non siamo stati in grado di sostituire le vecchie regole con nuove regole e i ragazzi ne hanno bisogno, le chiedono, le vogliono. Ne hanno bisogno anche per la necessità naturale di poterle trasgredire, esattamente come abbiamo fatto noi. Niente regole, niente trasgressione. Dal momento che non si può non trasgredire, e la trasgressione è di per sé cosa necessaria per la crescita personale, i ragazzi finiscono per esercitarla andando oltre le righe e quindi adottando condotte estremamente pericolose.